Abi Gale è una cantautrice spagnola emergente che nella sua musica vuole unire folk, pop e country per creare una musica autentica e coinvolgente. Il suo forte interesse per i viaggi, la passione per la musica inglese e l’amore per il suo paese la portano ad unire tutte queste componenti per creare la sua musica fatta di sogni, aspirazioni, dedizione e amore. Abi è una vera e propria narratrice di avvenimenti in cui il suo pubblico (attuale e potenziale) può immedesimarsi facilmente. Ha iniziato ufficialmente la sua carriera musicale nel 2018, trasformando la sua timidezza in forza e condividendo le sue composizioni sia in spagnolo che in inglese. Abi Gale rappresenta la determinazione nel seguire la propria passione, con un percorso da lei definito "lento" ma ricco di significato, sempre guidata dall’amore per la musica. Grazie Abi Gale per il tuo messaggio e la tua storia che sicuramente ispirerà i nostri lettori a non arrendersi.

Innanzitutto il tuo singolo Stranger Girl in Nashville è uscita da poco. Qual è stata l'ispirazione dietro di essa e il suo processo creativo?
Volevo da anni viaggiare e conoscere l’atmosfera musicale della città di Nashville, Tennessee. Quella città è la culla della musica country, un genere che ascolto da tantissimi anni e che mi ispira spesso quando scrivo le mie canzoni. Nell’autunno del 2023 sono stata lì per un paio di settimane. Ho potuto conoscere da vicino com’è la città, la sua gente, la famosa gentilezza del Sud, la musica che si respira ovunque e che continua a crescere insieme alla città... Ho vissuto infinite esperienze. Mi sono portata a casa tantissime storie e un “souvenir” un po’ ingombrante: la mia chitarra Martin, con cui ho suonato lì a Nashville e che mi ha accompagnato nella composizione di questa canzone, Stranger Girl. Questa canzone riflette una storia personale di trasformazione, di sentirsi fuori posto e, allo stesso tempo, di trovare appartenenza nei luoghi più inaspettati. Ho vissuto questa ambivalenza: da un lato mi sentivo fuori luogo, incapace di adattarmi, molto piccola di fronte al talento incredibile che mi circondava. Dall’altro, mi sono trovata in un luogo magico, pieno delle cose che amo di più, soprattutto cultura e musica. L’avventura di questo viaggio è stata così significativa che, già in aeroporto, mentre tornavo in Spagna, mi è venuta in mente una melodia e una frase: “I put my first foot on the street and all I see...” . Quando uscirà l'intervista sarà anche uscita Tasting Lonliness!
Come e quando hai iniziato a prendere sul serio la carriera musicale?
È stato un processo graduale. Nel 2018 ho iniziato a cantare in pubblico, dopo averlo fatto per tanto tempo solo in privato o davanti ai miei cari più stretti (ero molto timida). Nel 2019 ho deciso di condividere la mia musica e ho pubblicato il mio primo singolo. È stata una scelta vincente. Da allora non mi sono più fermata. Piano piano ho conosciuto musicisti e persone che mi hanno sostenuta in molti modi, incoraggiandomi a continuare con il mio progetto. Quasi senza rendermene conto, oggi sono circondata da grandi professionisti e mi esibisco in posti che prima non avrei nemmeno potuto immaginare. L’ispirazione non si ferma, e ogni giorno ho sempre più canzoni che desidero condividere.
Canti molto in inglese ma anche in spagnolo. Perché questa scelta? In quale lingua preferisci cantare?
In realtà non scelgo in che lingua comporre o cantare. A volte una canzone nasce in spagnolo, altre volte viene direttamente in inglese. Pensandoci, ho ascoltato tantissima musica nella mia vita, e gran parte di essa era in inglese. Inoltre, ho un’anima molto viaggiatrice: giro il mio paese ogni volta che posso ma appena possibile vado anche all’estero. Tutte queste esperienze si intrecciano nella mia mente e ispirano i miei testi.
Se dovessi suggerire una delle tue canzoni a qualcuno che ancora non conosce la tua musica, quale consiglieresti e perché?
Consiglierei di iniziare con Los cordones sin atar. È una riflessione sul ciclo vitale dell’essere umano. Mi concentro soprattutto sul contrasto tra la sensazione di invincibilità che proviamo da bambini e il desiderio di volare, rispetto alle paure che arrivano con il passare degli anni. Tuttavia, c’è un momento di svolta, da adulti, in cui molti decidono di seguire il proprio cuore. Questa è anche la mia storia. Oggi, da adulta, ho deciso con il cuore in mano di lasciare che la musica occupi una grande parte della mia vita.
Come descriveresti il tuo stile musicale?
Ogni volta che compongo mi sembra sempre meno definito. Ha origini folk con radici americane ma anche elementi più pop. Tuttavia, credo che il genere sia secondario. Ciò che conta davvero è che scrivo a partire dalla verità, dal cuore (anche se suona un po’ sdolcinato), con entusiasmo e con il desiderio che ogni composizione possa raggiungere gli altri: farli riflettere, godere, ballare, identificarsi... insomma, trasmettere qualcosa in ogni momento.
Quali sono gli artisti che ti ispirano di più?
Potrei fare un elenco lunghissimo e dare mille ragioni. Il primo che mi viene in mente ora è il musicista e cantautore tedesco-americano Jackson Browne. Mi piace il dettaglio con cui scrive i suoi testi, i messaggi dietro le sue canzoni, la cura che ha sempre messo nelle sue produzioni e l’umiltà con cui si è sempre comportato. Credo che tutto questo rispecchi il mio modo di vedere la musica e di lavorarci.
Come descriveresti la tua esperienza come cantante emergente nell’industria musicale spagnola?
È lenta ma bella. Alcuni giorni mi sento molto soddisfatta e felice per il lavoro fatto, altri mi assale l’insicurezza e mi chiedo se ciò che faccio abbia davvero valore. Poi ricevo messaggi meravigliosi da persone che ascoltano la mia musica o incontro professionisti che vogliono supportarmi e altre volte c’è più silenzio. Come ti dicevo, è un percorso lento ma bello. Una sorta di lunga passeggiata in cui ti godi un paesaggio pieno di cime e valli.
Uno dei temi emersi nelle nostre interviste è la mancanza di donne nella produzione musicale e negli studi. Anche tu l’hai notato? E, in generale, hai mai percepito disuguaglianze o difficoltà in quanto donna?
Anche la mia esperienza conferma che ci sono più uomini nell’industria musicale, sì. Per quanto riguarda difficoltà o disuguaglianze non ho esperienze particolarmente rilevanti. Forse, in alcuni momenti, mi sono chiesta se essere donna e giovane (o sembrarlo) abbia giocato a mio favore o, al contrario, mi abbia svantaggiata...
Hai qualche consiglio per altre ragazze che vogliono diventare cantanti come te?
Di iniziare, di divertirsi e di non mollare mai. Quando hanno dubbi, paura o non sanno se andare avanti, consiglio di guardarsi dentro e ritrovare il senso della loro scelta.
Potresti suggerire una canzone del tuo paese? Può essere un'altra tua o di qualcun altro!
Vorrei consigliarvi il mio primo EP, Life, che uscirà all’inizio del prossimo anno. Vi suggerisco in particolare la mia canzone preferita, Tasting loneliness. È un testo che esprime la nostalgia di altri tempi ma con quella carica di energia che di solito metto in ogni situazione della mia vita.
Puoi seguire Abi Gale qui e ascoltarla qui: