In questa intervista parliamo con Lottie, una cantante spagnola che si sta facendo strada nellaé nella scena musicale urbana. Attraverso la sua musica e il suo stile che richiama i primi anni 2000, Lottie condivide con noi dettagli sulla sua carriera, le sue esperienze nell'industria musicale e i suoi ultimi singoli Expectations e Like This. La sua musica, una fusione di rap, R&B e pop, riflette la sua personalità unica e la sua passione. Durante la nostra conversazione, Lottie ci offre una visione sincera e fresca del suo percorso, parlandoci del processo creativo dietro le sue canzoni. Scopri perché sta diventando una delle artiste più promettenti nel panorama musicale spagnolo!

Innanzitutto parliamo del tuo ultimo singolo, Expectations. Come è nata l'idea?
Expectations è una canzone un po' particolare perché ho passato mesi a scrivere senza sosta ma poi ho deciso di voler fare qualcosa che mi divertisse e basta, senza pensarci troppo. Così mi sono messa a scrivere e, in meno di due ore, avevo già la canzone pronta. Mi è piaciuta molto, così l'ho mostrata alla mia amica Tere. Abbiamo continuato a sistemare i dettagli fino al risultato finale.
Ho visto che il video è molto carino e vede protagoniste donne con molta attitudine. Come è nata la creazione sia della canzone che del videoclip?
Per quanto riguarda il videoclip le ragazze che appaiono sono in gran parte amiche molto strette. Una di loro è la mia ballerina e altre sono persone con cui ho collaborato in progetti di moda o danza. Quando ho fatto il casting non cercavo nessuno in particolare, ho semplicemente chiesto alle persone con cui mi sentivo a mio agio e che sapevo avrebbero portato buona energia. Volevo trasmettere proprio questo: vibrazioni positive.
Ci puoi anticipare qualcosa sulla tua prossima canzone Like This che esce domani?
Certo! Il lancio è vicino e credo che ti piacerà molto. È una canzone speciale, abbastanza corta, con uno stile tipo cypher. Ha una prima parte con un sound boom bap con elementi classici dell'hip-hop. Poi c'è un cambio totale e diventa un brano con influenze trap e drill. È una rivendicazione del mio stile e della mia personalità. Molte persone, vedendomi, non immaginano che io possa rappare così e questa canzone è il mio modo di dire "non te lo aspettavi, eh?". Parlo delle mie ambizioni e di come sono inarrestabile, con uno stile che non si sta vedendo molto in Spagna.
Ho letto che hai partecipato al Benidorm Fest, il festival che seleziona il rappresentante della Spagna per l'Eurovision. Come l'hai vissuto e cosa pensi ora ripensandoci?
Lo ricordo con molta affezione. Sento che la nostra edizione è stata molto speciale, forse perché proprio l'anno precedente Chanel aveva vinto il Benidorm Fest e questo l'ha reso un fenomeno. È stata un'esperienza molto divertente, ho conosciuto persone fantastiche. È stata anche estenuante, una fatica dietro l'altra ma mi porto dietro l'apprendimento e i bei momenti. Prima non ero particolarmente fan dell'Eurovision ma ora mi sento più connessa a quel mondo.
Se dovessi consigliare una tua canzone a chi ancora non ti conosce, quale sceglieresti?
Credo che consiglierei Expectations perché è una canzone che può arrivare a un pubblico ampio. Il mio stile tende molto verso l'hip-hop old school e la musica dei primi anni 2000 che è più di nicchia ma Expectations, anche se ha comunque quel sound, è comunque accessibile. Piace anche a mia madre che di solito non ascolta questo genere quindi credo possa piacere a molta gente.
Come e quando hai iniziato a prendere sul serio la musica e a creare le tue canzoni?
Ho cominciato a scrivere a 12 o 13 anni perché mi piaceva molto la poesia ma i miei testi avevano un ritmo che non capivo del tutto. Poi ho scoperto la cultura hip-hop e ho capito che ciò che stavo cercando era qualcos'altro. Da allora non ho più smesso di scrivere. A 15 anni ho fatto un EP ma è stato a 19 anni, quando ho avuto un gruppo musicale, che ho iniziato a diventare più professionale. Anche se la mia carriera da solista è iniziata formalmente lo scorso settembre, sono già da tempo nell'industria grazie a vari progetti.
Da donna nel genere urban hai notato differenze all'interno dell'industria?
Sì, senza dubbio. La cultura hip-hop è sempre stata molto associata agli uomini. Se guardi la storia del genere, la maggior parte dei nomi sono maschili. Trovo importante rivendicare la presenza delle donne in questi spazi. Alle donne si chiede di più. Se appare una nuova cantante, la gente dice "ah, ma non balla così bene" o "la sua voce non è perfetta". Invece, quando emerge un nuovo artista maschile, non lo si giudica con la stessa severità. Questo è un problema strutturale che, più ne diventiamo consapevoli, più possiamo cambiarlo.
Molte artiste ci hanno detto che negli studi di registrazione ci sono poche donne, soprattutto nella produzione. Anche tu l'hai notato?
Assolutamente. Ci sono pochissime donne produttrici e credo che sia perché inconsciamente associamo quel ruolo agli uomini. Inoltre, noto che spesso i video su TikTok o su altre piattaforme non includono donne nelle liste di "artisti emergenti" o "nuove promesse". È frustrante perché ci sono tantissime donne che stanno facendo cose spettacolari ma spesso vengono invisibilizzate.
Come descriveresti l'industria musicale in Spagna dal tuo punto di vista di artista emergente?
Sento che in Spagna ci sono tre o quattro artisti grandi che si alternano in cima alle classifiche. Inoltre, qui e in altri paesi d'Europa siamo un po' indietro rispetto alla promozione dei nuovi talenti. Negli Stati Uniti, se vedono del potenziale in qualcuno, investono a lungo termine nel suo sviluppo. Un esempio è Tate McRae. Qui se hai un hit virale ti firmano, ti danno un anticipo ma, se non ottieni risultati rapidi, ti mettono da parte. Così è difficile costruire carriere solide. Per questo è così complicato che emergano grandi stelle internazionali. Creare una super star richiede tempo, lavoro e supporto costante ma questo modo di lavorare qui non è ancora completamente implementato.
Ci sono degli artisti da cui trai ispirazione?
Ce ne sono tanti. Tutti quelli della decade dei 2000 mi hanno ispirato molto. Dive come Fergie, Aaliyah, Nelly Furtado, Britney Spears e Rihanna. Inoltre, pensandoci bene, tutti i miei riferimenti sono donne, cosa che trovo molto interessante. Mi piace anche moltissimo l'hip-hop old school: Missy Elliott, Tupac, Outkast, A Tribe Called Quest... La lista è lunga e, dato che sono un po' nerd, ho un quaderno con alcuni appunti per non dimenticarmi dei miei preferiti.
Com'è un giorno in studio quando devi registrare?
Il giorno di registrazione inizia presto. Mi sveglio, faccio colazione e vado in palestra perché mi aiuta a schiarirmi le idee. Poi torno a casa, lavoro un po' su quello che ho da fare e dopo vado in studio. Di solito registro con Luki, che ha prodotto la maggior parte delle mie canzoni e con cui sono amica da nove anni. In realtà, è stato lui a iniziare a produrre perché l'ho incoraggiato a farlo. In studio registriamo la canzone e poi mi porto la demo a casa per riascoltarla più e più volte fino a quando non sono completamente soddisfatta del risultato. Non ho rituali strani, è semplicemente un processo di molte ripetizioni e aggiustamenti.
Cosa ti piace di più essere cantante e qual è la parte più faticosa?
Quello che mi piace di più è cantare dal vivo. Amo fare concerti, connettermi con il pubblico e con altri artisti. Mi piace anche molto comporre perché in realtà sono entrata nel mondo della musica proprio per la composizione. La parte più faticosa è tutto ciò che non riguarda direttamente la musica. Per esempio registrare le canzoni, gestire i diritti, inviare comunicati stampa, coordinare interviste... Anche se ho persone che mi aiutano, alla fine gran parte del lavoro ricade su di me. Ma mi considero fortunata perché ho avuto ottime mentori che mi hanno insegnato a essere un'artista completa e a non dipendere da nessuno per andare avanti.
Hai qualche consiglio per chi vuole diventare cantante?
Innanzitutto risparmia molto. Dovrai fare molti sacrifici e non parlo solo di cose materiali ma anche di momenti importanti. Parlo di non uscire con gli amici, di non spendere neanche in piccoli sfizi perché ogni euro conta. Un altro consiglio importante è circondarti di persone che credano nel tuo progetto con la stessa passione che hai tu. Non devono essere i migliori ma, se credono veramente in te e in ciò che fai, possono crescere insieme a te. La lealtà e la fiducia nel team sono tutto.
Puoi seguire Lottie, cantante, qui e ascoltare la sua musica qui: