Paula Simón è una cantante spagnola. Sin dalla sua nascita negli anni '90 a Esplugues de Llobregat, una città adiacente a Barcellona, ha tessuto i fili della sua vita in questo ambiente dinamico. Qui, tra le strade impregnate di storia e l'energia inarrestabile della cultura catalana, ha trovato il suo spirito artistico. Attualmente sta terminando il suo primo LP e, in quanto artista autodidatta, si occupa anche del processo di produzione e composizione. Sogna il giorno in cui i membri dei BTS potranno ascoltare le sue melodie poiché, prima di essere una cantante, è una fan!
Innanzitutto il tuo nuovo album uscirà quest'anno. Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo progetto?
È un album che mi è costato molto realizzare, anche perché parla di esperienze personali che volevo raccontare in qualche modo. Include canzoni piuttosto "silly" perché non volevo che fosse tutto smielato e include anche Kingdom Falls che è una mia reinterpretazionedel romanzo di Tristano e Isotta.
Come è stato l'intero processo creativo?
È stata una montagna russa di emozioni con più cadute che altro poiché questo album avrebbe dovuto essere pubblicato quasi due anni fa e invece mi trovo qui per diversi motivi che mi costringono a rifarlo completamente. Ci dovevano essere altre canzoni ma alla fine ho deciso di scrivere cose nuove perché molte di esse non le sentivo più così personali o semplicemente ho composto cose migliori che credevo meritassero un posto nell'album più di quelle precedenti. Ho composto a casa, parlando con altri produttori e amici che sono in questo mondo e chiedendo consigli. È un album che spero la gente ascolti con affetto e presti attenzione a molti dettagli, sia strumentali che vocali e a livello di testo.
La tua musica finora è principalmente in inglese, perché questa scelta? Se si può spoilerare, il tuo nuovo album sarà sempre in questa lingua?
Non mi piace comporre in un'altra lingua. Mi vergogno molto e mi costa un sacco di fatica. Penso che i testi siano troppo semplici o troppo sdolcinati. Invece l'inglese, per me, è una lingua più facile e in cui posso dire ciò che sento senza suonare troppo intensa. Tutto l'album sarà in inglese, "sfortunatamente" ahahahah.
Quando hai iniziato a dedicarti alla musica?
Ho iniziato a prenderla sul serio a 15 anni, pubblicando cover su YouTube. Prima cantando su delle canzoni vere e proprie, poi cercando basi strumentali, in seguito le ho prodotte io e poi mi sono concentrata a fare la mia musica.
Cosa hai studiato e perché?
L'ultima cosa che ho studiato è stato un corso di un anno di Produzione Musicale a Sonopro Barcelona. Dopo tante brutte esperienze in studio ho deciso di studiare e poter produrre da sola. In questo modo avrei potuto far suonare tutto come lo immaginavo nella mia testa e non sarei dipesa da nessuno per registrare, produrre o mixare.
Uno dei temi che è emerso dalle nostre interviste è la mancanza di donne nella produzione musicale e in generale in studio. Avendo studiato questo, hai notato differenze nella quantità di donne in questo settore specifico dell'industria?
Sì, nel mio corso eravamo solo 7 persone e, tranne me, erano tutti ragazzi, tranne l'ultimo trimestre in cui si è iscritta una ragazza. Mi sono anche accorta che negli altri corsi il 95% degli studenti era composto da maschi. Penso che le donne produttrici siano incredibili e che, essendoci tanto sessismo e misoginia nell'industria, finiscano per essere molto migliori di produttori famosi poiché devono sforzarsi il triplo e devono distinguersi e spiccare in qualche modo. Un uomo nella musica può essere mediocre e avrà milioni di ascoltatori mensili, le donne non possono permettersi di essere mediocri perché non ci prendono sul serio. O devi sopportare commenti del tipo che la tua musica non è così buona quando, molte volte, nemmeno si sono presi la briga di ascoltare una tua canzone per più di 30 secondi. Non sto dicendo che non ci siano uomini bravi nell'industria, semplicemente dà fastidio vedere come vengano date più opportunità a seconda del tuo genere.
Abbiamo visto che farai un tour di presentazione nel 2024. Come ti senti a riguardo?
Sono nervosa e spaventata. Attualmente sono un po' nell'incertezza, perché a casa stiamo attraversando un brutto momento economico e se non vendo più biglietti dovrò cancellare due dei concerti perché mi finanzio e gestisco tutto da sola. Tuttavia, spero che più persone si facciano coraggio ad assistere ai concerti perché sono solo 8€ di ingresso e dietro c'è molto lavoro, entusiasmo e molta voglia di far divertire la gente.
Pensi che il tuo modo di sviluppare i tuoi progetti sia cambiato in questi anni rispetto alle tue prime canzoni?
Sì. Prima facevo uno stile completamente diverso da quello che faccio ora. Immagino che il tempo e la scoperta di più generi musicali abbia influenzato. Prima tutto ciò che componevo mi suonava uguale, come se fossi molto limitata nel comporre. Ora, avendo aperto di più la mente ad altri stili, penso di comporre meglio. La pratica fa sì che componga e produca più velocemente rispetto a 5 anni fa, anche se mi piacerebbe fare testi migliori.
Qual è la tua parte preferita di dedicarti alla musica?
Mi piacerebbe dedicarmi esclusivamente alla musica ma è così difficile... Mi piacerebbe produrre e comporre per altre persone, incontrare altri produttori che mi possano ispirare, imparare da loro e migliorare.
Chi sono i tuoi cantanti preferiti? Pensi che in qualche modo ti abbiano spinto a dedicarti alla musica e abbiano influenzato il tuo stile musicale?
I miei gruppi preferiti sono PVRIS, Paramore e BTS. Influenzano molto la mia musica. PVRIS e Paramore più all'inizio, i BTS più in questa fase. Grazie ai BTS, inoltre, ho scoperto altri artisti coreani che mi appassionano e da cui mi ispiro molto nel comporre come DEAN, HEIZE, Colde, Epik High... Mi piacciono anche molto artisti occidentali come Halsey, Polyphia, e anche un cantante francese di nome Aupinard, grazie a lui ho iniziato a comporre canzoni con tocchi di bossa nova.
Come descriveresti l'industria musicale spagnola?
Ascolto pochissima musica spagnola, in realtà. Penso che giustamente sia dominata da artisti che cantano in spagnolo ed è per questo che quando mando i miei progetti a riviste o playlist alla fine non si adattano mai, nonostante sia spagnola. Penso che ci siano artisti molto bravi che sono molto trascurati e viceversa. Mi piacciono molt io Viva Belgrado, ad esempio. Dal vivo sono incredibili, i loro testi sono travolgenti e il loro sound è molto caratteristico e personale. Mi piace anche molto Lola Indigo che fa uno stile più commerciale e più urbano ma anche i suoi show sono incredibile e mi piace molto il suo sound e la produzione dei suoi brani ch hanno molti dettagli.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Spero di poter continuare a pubblicare più musica e avere un po' più di fortuna e un pubblico maggiore interessato a ciò che faccio, io continuerò a lavorare duro per raggiungere queste persone ed essergli più vicina. Mi piacerebbe anche poter produrre per altre persone.
Hai qualche suggerimento per chi vuole essere cantante come te?
Di lavorare molto, di formarsi se ne hanno l'opportunità, di migliorare giorno dopo giorno e di non dare nulla per scontato. Le opportunità non arrivano da sole e devi fidarti di te stesso e del tuo progetto. Tu devi essere il tuo primo fan e, se vuoi che la gente ascolti ciò che hai da dire, devi credere nel tuo progetto, anche se nessun altro lo fa all'inizio.
Puoi suggerire ai nostri lettori una canzone di un artista spagnolo? Ovviamente può essere tua!
Mia Afraid of Heights e del gruppo che ho menzionato prima, Viva Belgrado, consiglio di ascoltare Cerecita Blues.
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