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Dunya Fadili

Intervista a Sara C. Dominguez, manager di eventi e insegnante presso Microfusa

Sara C. Dominguez è una professionista spagnola di 27 anni. Si occupa di gestione di eventi e insegna presso Microfusa, una scuola attiva in diverse aree del mondo musicale. Questa ragazza intraprendente ha fatto diverse esperienze anche con Queenz Sounds, un progetto no-profit per le donne e la comunità LGBT+ nel settore musicale britannico. Porta avanti la sua passione per la musica sia lavorando nel settore degli eventi sia producendo musica anche se, per questioni di tempo, non riesce a dedicarcisi tanto. Sara è una ragazza che nonostante i traguardi raggiunti con dedizione e successo continua a sognare e ce lo racconta proprio in questa intervista. Sono persone così che ci dimostrano che tutto si può fare nella vita, basta l’impegno e la passione ma soprattutto non scoraggiarsi mai di fronte alle difficoltà che si presentano.


sara dominguez

Puoi raccontarci com'è una tua giornata di lavoro tipica?

Sono un'organizzatrice di aventi e insegnante presso Microfusa. La mia routine dipende molto dal periodo e da se ci sono eventi quella settimana ma in una giornata tipica ho delle ore fisse in cui insegno Industria Musicale o Live Performance. Il resto del tempo lo organizzo per riunioni, gestione dei social media, contatti con le sale, ricerca di artisti, coordinamento degli orari, logistica, contratti, collaborazioni, ecc. Se ci sono eventi, sia di Microfusa che di progetti esterni, sono presente all'evento e mi assicuro che tutto proceda secondo i piani (e se non è così, cerco soluzioni rapide!).


Cosa ti piace di più del tuo lavoro e qual è il suo lato più stancante?

Quello che mi piace di più è che è un lavoro molto dinamico, specialmente la parte degli eventi, non ci sono due giorni uguali. Mi permette di pensare costantemente a nuove idee da implementare per il prossimo evento e non annoiarmi con una routine. D'altra parte, questo comporta anche il lato negativo di non avere un orario fisso 9-17 e poter staccare. C'è sempre qualcosa da fare e la mente è sempre al lavoro.


Qual è stata la tua formazione universitaria?

Ho studiato prima un diploma superiore in Music Business presso ICMP a Londra e poi una laurea in Music Production alla Point Blank Music School.


Hai studiato produzione musicale. Abbiamo notato che è molto raro trovare produttrici del suono donne. Anche tu lo hai notato e, in caso, come mai credi che succeda?

È vero, c'è una carenza abbastanza evidente. Molti lavori considerati più tecnici tendono ad avere una maggiore rappresentanza maschile per via delle associazioni con i ruoli di genere tradizionali. Per fortuna penso che sia qualcosa che stia cambiando lentamente. Infatti, insegnando in una scuola di produzione, ho una sorta di anteprima del futuro dell'industria e fra i nostri alunni c'è sempre più uguaglianza.


Parlaci un po' di Queenz Sounds, sembra un progetto molto interessante!

Lo è! È un'agenzia musicale del Regno Unito specializzata nell'organizzazione di eventi e nel supporto di artisti indipendenti. Lavorano con artiste donne e/o nel collettivo LGBTQIA+. Recentemente ho dovuto lasciare per questioni di tempo e logistica ma è davvero un progetto in cui credo al 100% e che continuerò a sostenere dall'esterno. Alcuni degli artisti con cui ho lavorato meritano una menzione speciale per il loro impegno e talento: Felix III, Bentley Jones, Bella Gate, Evripidis, Emma Elizabeth… incoraggio tutti a dare un'occhiata agli artisti dell'agenzia perché valgono molto!


Quali sono i tuoi artisti preferiti e le canzoni che ti hanno segnato? Pensi che ti abbiano motivato a lavorare in questo settore?

Il mio progetto musicale preferito è PVRIS, seguito da Bring Me The Horizon. Sono davvero artisti che mi motivano perché creano musica molto intima sia a livello di suono che di produzione ma anche per i testi che si connettono alla mia visione della vita. Se dovessi scegliere un paio di canzoni direi Goddess di PVRIS e Seen It All Before di Bring Me The Horizon.


Come descriveresti l'industria musicale spagnola?

Penso che tutte le industrie riflettono sempre la popolazione e la sua cultura. In questo caso credo che sia una cultura in cui non c'è l'abitudine di andare a godersi la musica dal vivo come forma di intrattenimento e ciò si riflette nella difficoltà che trovano gli artisti locali nel trovare supporto. Funzionano meglio i festival e gli artisti già affermati perché si tratta di grandi masse. Per questo ci sono parecchie limitazioni riguardo alle lingue e ai dialetti utilizzati e ai generi musicali (principalmente musica urbana) per introdursi "facilmente" nel mercato. In un mondo ideale, mi piacerebbe che si promuovesse di più l'abitudine di andare ai concerti, conoscere diversi generi musicali e apprezzare anche tendenze alternative. Mi piacerebbe anche che i piani alti investissero ed educassero di più nel mondo musicale.


Pensi che essere spagnola influenzi la tua carriera a livello di opportunità lavorative?

Decisamente sì. Avendo lavorato con agenzie e artisti del Regno Unito vedo che in altri luoghi è più facile avere una carriera musicale e potersi mantenere economicamente senza dover sfondare nel mainstream. Tuttavia mi sento fortunata perché ho trovato il modo di lavorare in questo settore e ciò mi ha fatto vedere che effetivamente ci sono opportunità, solo che bisogna lavorare molto e avere la fortuna di incontrare le persone e le aziende giuste.


Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho due grandi amori a livello professionale nella vita e mi piacerebbe progredire in entrambi. Da un lato spero di crescere e lavorare sempre più frequentemente anche con eventi più grandi. Dall'altro, spero di avere più tempo per lavorare con la produzione di musica. Infatti ho un paio di progetti in corso, uno con il mio partner e un altro con un amico. Spero di poterli terminare presto e lanciarli durante quest'anno.


Hai qualche consiglio da darea d altre persone che vogliono lavorare nell'industria musicale?

Prima di tutto chiedersi se davvero vogliono farlo perché è un'industria in cui bisogna avere una passione assoluta per non bruciarsi, dato che, come dicevo prima, è molto difficile separare le ore di lavoro da quelle di disconnessione. Se siete sicuri andate avanti e date il massimo. È molto importante non aspettare le opportunità ma crearle, non avere paura del rifiuto e lavorare sodo per creare connessioni e perseverarle fino a che tutto l'impegno non dia i suoi frutti. E soprattutto, avere una mente aperta su cosa significhi lavorare nella musica perché ci sono migliaia di ruoli nell'industria che sono super interessanti e la gente a volte non li prende in considerazione. Già che ci sono, incoraggio tutti coloro che cercano una formazione nell'industria a venire a Microfusa, dove lavoro perché è un ottimo posto (lo dico io ma è la verità) dove si supportano gli studenti e si insegnano diverse discipline per lavorare nel settore.


Potresti suggerire ai lettori una canzone spagnola?

Colgo l'occasione per consigliarvi una band di Barcellona con cui collaboro. Per gli ascoltatori con gusti più alternativi, vi invito ad ascoltare The Noyrd, il loro singolo più recente Verano en 4:3 è disponibile su tutte le piattaforme. Sono delle persone fantastiche e lavorano tantissimo sulla loro musica, creando una sonorità molto speciale!


Potete seguire Sara qui






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